martedì, ottobre 09, 2012

Santoro, complice con la tessera P2 1816 nella diffamazione di Ruggeri lo conosco dai tempi di Samarcanda.

Pubblico ora una lettera che scrissi alla redazione di Samarcanda condotta da Michele Santoro. So bene che se mai dei 20-30-40 enni leggono questa lettera ridacchiano provando anche un certo senso di "compassione" : oggi le nuove generazioni, analfabete nella conoscenza della nostra meravigliosa Costituzione nata dalla Reistenza ma informatissime sugli I-pad e Tablet vari sono state allevate ad essere ciniche e pronte alle nuove dittature dei Criminali come Monti e Napolitano che sanno spacciarsi molto bene per uomini miti e sereni e soprattutto onesti..... Chissa' dove erano negli anni '70-'80-'90 i Monti, Napolitano, ect. ect. quando la tessera P2 1816 con le sue televisioni ha mutato geneticamente il Popolo Italiano??? Io so dove era e cosa faceva e scriveva Pasolini.... Infatti se non avessero i Poteri Criminali che oggi camandano in Italia fatto ammazzare Pasolini, il Criminale depravato tessera P2 1816 non avrebbe distrutto quella Moralita' che ha permesso ai Padri Costituenti di scrivere quella meravigliosa Costituzione che oramai e' solo un pezzo di Carta, mai attuata e soprattutto mai rispettata.

Russi, 15/01/91
Gentile Simonetta Martone,
chi le scrive e' un romagnolo di 38 anni che segue costantemente da 2 anni circa la trasmissione Samarcanda. Prima non seguivo la trasmissione perche' non ero a conoscenza della esistanza e dello spirito della trasmissione.
Questa lettera e' un po' lunga, le chiedo anticipatamente scusa, pero' e' inevitabile che sia cosi' perche' occore un minimo di spazio per spiegarsi e farsi capire.
Telefonicamente ho fatto richiesta di potere essere ospite durante una puntata perche' ho alcune cose che sento il bisogno di dire a chi segue la trasmissione e che penso valga la pena raccontare.
Con questa mia lettera intendo farle conoscere anticipatamente le cose che voglio dire perche' sia in tema con l' argomento della serata. Le dico subito che sono diversi mesi che non ho pace per quanto mi e' successo e che mi e' stato "sconsigliato" di fare; poiche' nutro molta fiducia nella redazione di questa trasmissione per il modo di fare informazione spero mi sia data la possibilita'
di liberarmi dia questo peso che mi opprime (non e' retorica). Penso anche di rendere un piccolo servizio per accrescere la democrazia nel nostro paese. Prima di parlarle degli episodi accadutimi le dico il piu' brevemente possibile chi sono per farle capire meglio la mia personalita' nei limiti del possibile.
Sono laureato in ingegneria elettronica e ho studiato a Bologna dal 1971 al 1978. Sono figlio di una casalinga e di un ex rigattiere e ex autista della nettezza urbana del comune di Russi (RA).
Provengo da una famiglia cattolica e anch'io sono cresciuto nell' ambito della cultura cattolica. Fino dall' eta' di 14-15 anni mi sono interessato delle problematiche del sociale e della politica, perche' mio padre, pur avendo una cultura limitata ,(licenza elementare) , e' sempre stato sensibile ai problemi della politica e quindi ha trasmesso a me questo interessi.
Negli anni '50-'60 e primi '70 mio padre, pur aderendo alla DC, si sentiva vicino ad una parte delle idee della sinistra. Era uno di quelli che pur essendo democristiano dialogava e si confrontava sui problemi reali coi comunisti, nei limiti della sua cultura e delle sue possibilita'.
Per le sue idee e per la sua disponibilita' al dialogo coi comunisti nella sezione della DC veniva definito comunista di sacrestia e piu' volte e' stato invitato a non prendere piu' la tessera della DC e confluire nel PCI.
Mio padre questo non lo ha fatto perche' riteneva che la DC realizzasse in politica gli ideali del cristianesimo a cui lui credeva.
Chiaramente io ho sempre cercato di far capire a mio padre che la DC lo ingannava, che questo partito sfruttava la sua buona fede; a nulla sono servite le interminabili discussioni che ho fatto con lui per fargli capire che gente come Zaccagnini,La Pira,Dossetti, Gorrieri erano mosche bianche nella DC; la Dc che contava era rappresentata da Andreotti,Cossiga,Tambroni,Scelba...
Io ho sempre giustificato questo atteggiamento di mio padre per i traumi che ha subito nel '48 a causa di errori compiuti dal PCI. Mi riferisco parlando di errori a certe forme di intolleranza e di dogmatismo che caratterizzavano il PCI di quel periodo. Erano anni quelli in cui i comunisti speravano nell' arrivo di Stalin.
Mio padre questo non lo voleva perche' riteneva negativo per il nostro sviluppo democratico l'arrivo di Stalin. L'interesse del sociale e della politica di mio padre mi spingeva negli anni 1966-1980 e seguire un certo tipo di cultura e leggere un certo tipo di stampa. Ho iniziato a leggere in quegli anni l'Espresso e successivamente anche il settimanale il Tempo (quando vi scriveva Lino Jannuzzi); ho seguito molto appassionatamente la corrente liberal-radicale, le lotte per il divorzio, l'aborto e sempre sono rimasto affascinato dalle lotte portate avanti da Pannella.
A livello di RAI erano quelli gli anni di Bernabei, per cui la informazione radio-televisiva era quello che era. Dopo la riforma le cose sono certamente cambiate, pero' occorre non illudersi troppo. Se non si sta in guardia, tentativi di imbavagliare un certo tipo di informazione ci sono sempre. Gli attacchi dei vari Pasquarelli e Andrea Borri sono sempre alla porta e in certe persone la nostalgia dei tempi passati puo' avere la meglio su certi processi democratici. Occorre vigilare sempre.
Quanto le ho detto fino ad ora, lo ho fatto per farle capire, seppure in forma appena accennata, in quale clima sono cresciuto e maturato.
Termino di parlare del mio passato, dicendole che non ho mai aderito e mai aderiro' ad un partito o associazione organizzata, perche' ho sempre considerato l'adesione a qualsiasi organizzazione una forma di limitazione del libero pensiero e della critica. Ho la netta sensazione che aderendo ad un partito si subisce inevitabilmente dei limiti e si viene irregimentati.
Per me questo e' inacettabile, voglio sempre potere esprimere liberamente quello che penso e che ritengo piu' giusto, non voglio per motivi di opportunita' politica o di interessi particolari prendere posizioni che non accetto.
Le racconto ora quello che mi e' successo e che intendo rendere pubblico tramite Samarcanda. Il 29/09/90 e' arrivato a Russi il presidente Cossiga. Il 22/09/90 Cossiga ad Argenta aveva pesantemente attaccato Orlando. Poiche' io nutro e ho sempre nutrito fiducia in Orlando, non ho gradito la presa di
posizione e l'attacco di Cossiga ad Orlando. Per questo motivo decisi il 23/09/90 di esprimere pubblicamente questo mio dissenso nei confronti di Cossiga facendo un cartello con la scritta
"ORLANDO OK"
e di mostrarlo a Cossiga lungo il tragitto che avrebbe percorso per giungere al municipio di Russi.
Poiche' intuivo che avrei avuto problemi per questo gesto da parte del servizio d'ordine, mi sono recato in Questura a Ravenna il 24/09/90 e ho chiesto di parlare con un responsabile della Digos. Sono stato ricevuto dal funzionario Musumeci il quale molto cortesemente ha cercato di farmi capire che non era opportuno questo mio gesto.
Mentre io garantivo che avrei solo esibito il cartello e che non avrei lanciato slogans ne' frasi offensive nei confronti di Cossiga, il funzionario Musummeci continuava a dirmi che il mio gesto non sarebbe stato tollerato dal servizio d'ordine perche' creava una turbativa all'ordine pubblico.
Per suffragare questo divieto continuava a dirmi che la piazza antistante il municipio sarebbe stata piena, per cui un gesto come il mio poteva fare scoccare una scintilla e scatenare disordini. Io sostenevo invece che la piazza non sarebbe stata invasa da cittadini ; come e' facilmente documentabile rivedendo le riprese RAI della sede regionale di Bologna trasmesse il 29/09/90 ho avuto
ragione io.
Le transenne che delimitavano il percorso presidenziale a mala pena erano coperte dalla gente e il pubblico per lo piu' era composto da ragazzini che erano ben felici di non trovarsi a scuola ma nella pubblica piazza sotto un tiepido sole settembrino. Poiche' la visita era prevista per il sabato 29/09/90, avendo il 01/10/90 un appuntamento per motivi di lavoro in Piemonte, decisi, per non compromettere gli impegni di lavoro, di rinunciare al gesto che volevo fare. Ripeto, ho rinunciato al gesto per avere la certezza di rispettare gli impegni di lavoro che avevo, non perche' temessi di essere portato in Questura ed essere schedato e eventualmente trattenuto.
Per dimostrare quanto affermo vi dico che il 8/12/90 sono stato davanti alla Questura di Ravenna dalle ore 8.30 alle 11.30, come sandwich-man con i seguenti cartelli :
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PER UNO SVILUPPO DELLA DEMOCRAZIA
PER UNA VERA LOTTA ALLA DROGA
E ALLA MAFIA, LUNGA VITA A SAMARCANDA
E MORTE POLITICA IMMEDIATA AGLI
AMICI E COLLUSI DELLA MAFIA.
Un volontario del
GRUPPO PROGETTO ARCOBALENO
di RUSSI
Volontariato contro la droga
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CENSURA A SAMARCANDA ³
MENO DEMOCRAZIA ³
ogni giovedi ore 20:30
Rai Tre
Questo mio show non e' stato impedito pero' un questurino mi ha avvicinato e mi ha chiesto un documento di identita'che io previdentemente avevo gia' preparato. Le ho raccontato cio' per dirle che non temo la schedatura per simili gesti.
L'aver dovuto rinunciare il 29/09/90 alla possibilita' di esprimere il mio dissenso a Cossiga e la solidarieta' ad Orlando, mi ha profondamente turbato ed umiliato. Pur rinunciando alla mia azione il 23/09/90 ho scritto la lettera che allego e l'ho fatta consegnare tramite mio padre al responsabile della redazione del Resto del Carlino di Ravenna Uber Dondini.
Mi sono rivolto alla redazione del Carlino perche' in passato, in un precedente colloquio, Dondini mi aveva dichiarata la sua disponibilita' a concedermi spazio sul giornale per denunce di interesse generale.
Personalmente non ho avuto il tempo di recarmi alla redazione del giornale per parlare di persona con Dondini, per questo ho scritto la lettera e ho mandato mio padre. Poiche' dubitavo che la sola lettera mi permettesse di ottere lo spazio che richiedevo, ho tentato diverse volte da Bologna, sede del mio lavoro, di contattare Dondini.
Non c' e' stato nulla da fare : si rendeva irreperibile . Questo suo comportamento mi ha fatto capire che mi evitava e che non aveva il coraggio di dirmi apertamente che non era disponibile a concedermi quanto gli chiedevo.
Affermo questo perche' il 6/10/90 mi sono recato alla redazione del giornale alle ore 9 e,quando gli ho chiesto perche' non mi ha concesso lo spazio che
richiedevo, ha avuto il coraggio di dirmi che non era a conoscenza della mia lettera.
Poiche' in quel momento era solo nella redazione, mi ha detto che si sarebbe informato su come si erano andate le cose, avrebbe indagato e mi avrebbe detto chi aveva ritirato la lettera.
Mio padre mi ha garantito che quando e' stato alla redazione del giornale ha chiesto alla persona che gli ha aperto la porta di potere parlare con Dondini e che la persona che ha ricevuto la lettera si e' qualificata come Dondini.
Poiche' mio padre non conosce Dondini, per avere la certezza della menzogna raccontatami da Dondini ,della quale sono profondamente convinto, non mi rimane che effettuare un confronto alla americana che faro' appena possibile.
Prima di lasciare la redazione del Carlino ho detto chiaramente a Dondini di non credere a quanto mi diceva e che non era necessario con me usare certi sotterfugi. Era sufficente che mi dicesse apertamente che la redazione del giornale non poteva concedermi spazio.
Ho anche detto chiaramente a Dondini che l'attegiamento che aveva avuto nei miei confronti per questa vicenda mi faceva comprendere il tono di certi articoli apparsi qualche mese prima riguardo alcune vicende che hanno interessato un medio spacciatore di droga mio concittadino, il cui padre e' stato in passato attivista del PRI.
Questo spacciatore e i familiari avevano subito alcuni attentati e negli articoli di cronaca locale apparsi sul Carlino di Ravenna il giornalista Carlo Raggi,che si occupa anche di questioni legate al traffico di droga, ha avuto il coraggio di definire questo spacciatore (con una condanna in primo grado a 5 anni e 7 milioni di multa) un tossicodipendente che cerca di uscire dal vortice della droga.
Conosco molto bene questo personaggio perche' negli anni in cui e' stato coinvolto nei traffici di droga abitava 50 metri da casa mia e potevo notare i giri strani e le visite continue non di tossici ma di pusher, suoi cavalli. Questo "tossicodipendente" inoltre viaggiava su Volvo Turbodiesel 760 e Porsche 911 Carrera.
Poiche' a Ravenna il PRI gode di un certo potere e poiche' conosco l'orientamento politico della redazione del Carlino, capisco i miserabili tentativi di minimizzare il peso criminale di questo pregiudicato essendo il figlio di un attivista del PRI, il quale annovera,tra le sue amicizie, quella del dimissionario assessore al Turismo del comune di Ravenna Giorgio Brunelli.
A questo punto termino la lettera chiedendole solamente di avere l'opportunita' di raccontare quanto mi e' stato impedito durante la visita di Cossiga e il conseguente comportamento del direttore della redazione di Ravenna del Resto del Carlino.
Spero al piu' presto di liberarmi dal peso che mi opprime e voglio dichiarare pubblicamente quanto occorra migliorare la democrazia nel nostro Bel Paese. Siamo molti lontani dalla societa' di utopia in cui vorremmo tutti vivere e che racconta la Zarri. Nel porgerle i miei complimenti per la trasmissione, le porgo,per il momento,distinti saluti.
P.S.
La