martedì, ottobre 16, 2012

Un altro dato che dimostra quale LIBERTA' c'e' in Italia....



Il documento che segue lo scrissi a seguito del divieto ricevuto dalla Questura di Ravenna nel settembre 1990 di esporre un cartello inoffensivo che volevo esibire per esprimere solidarieta’ a Orlando e dissenso nei riguardi di Cossiga,  e dopo che intervenni in pubblico al Cinema Roma di Ravenna per spiegare alla presenza dell’on. Orlando, come sia tutelato in Italia il diritto sancito dall’art. 21 della Costituzione.


Questo documento lo scrissi perche’ nutrivo timori che mi potesse accadere qualcosa per quello che dissi in pubblico al Cinema Roma e per aver replicato alle intimidazioni ricevute dai 2 funzionari della Digos.
Cio’ che mi accadde in Questura a Ravenna lo spiego nella lettera inviata a Simonetta Martone collaboratrice di Santoro, quando negli anni ’90 conduceva Samarcanda.http://pcampoli.blogspot.it/2012/10/santoro-complice-con-la-tessera-p2-1816.html

Russi 02-02-93

Il 01-02-93 ho assistito  all'incontro  pubblico  con  l'onorevole Orlando tenutosi al cinema Roma alle ore 20:30. Durante il dibattito ho  chiesto la  parola in  due momenti  : nel  primo intervento ho  reso noto  ad Orlando  e agli  intervenuti al      dibattito  quanto mi accadde nel settembre del 1990 nella Questura  di Ravenna, ove mi recai  per  avere  il  permesso  di  esibire  il  cartello  con la scritta Orlando ok durante la visita di Cossiga a Russi. In  Questura  nel  corridoio  della  Digos  incontrai  Andreani  e  Musumeci. Ad entrambi  chiesi a chi mi potevo  rivolgere per avere un parere  sulla possibilita' di esibire il cartello con la scritta. Andreani appena senti  la mia  richiesta scappo'  facendomi capire  che   era  una  pretesa  assurda  e  da  non  prendere  in  minima  considerazione.  Di  fronte a questo comportamento per me assurdo ho alzato il tono  della voce e per  questo  motivo  mi  si  e'  avvicinato  Musumeci  invitandomi nel suo ufficio per poterne parlare con calma.
Di  fronte la tono pacato e  rasserenante di Musumeci ho accettato l'invito.    All'interno dell'ufficio  vi  erano  altre  due  persone  che  non  conoscevo e che non saprei riconoscere.  Ho dialogato con Musumeci per circa mezzora esponendo i motivi che  mi spingevano nel mio gesto.  Alla fine del confronto il Musumeci mi ha consigliato di desistere  dal  mio proposito perche' il servizio  d'ordine non me lo avrebbe  permesso e il motivo di questo impedimento era giustificato,a dire  del Musumeci, dalla tutela dell'ordine pubblico.
Infatti  un un  gesto come  il mio  sarebbe stato  considerato una  turbativa  che in quella situazione poteva innescare la miccia per  possibili disordini.
Il   Musumeci  sosteneva  infatti  che  la  piazza  sarebbe  stata  stracolma e che un cartello come  il  mio  per  il  messaggio  che  conteneva   avrebbe    potuto    innescare    accese    discussioni  difficilmente controllabili dal servizio d'ordine.
     Le riprese  di  Rai  Tre  della  Sede  Regionale  RAI  di  Bologna dimostrano la errata supposizione.  La piazza Farini era mezza vuota e lungo le transenne vi erano per  lo  piu'   ragazzini  delle   Scuole  Elementari   inneggianti  il  Presidente con la bandierina tricolore per cui la mia presenza con  il cartello non sarebbe stata certamente una miccia.
     Questa sera Musumeci alla  presenza  di  mio  padre  ha  avuto  il coraggio  di mentire su quello che chiesi quella mattina quando mi  recai in Questura.
     Questo  suo atteggiamento mi ha  dimostrato quanta malafede esista  negli ambienti della Digos di Ravenna.  A seguito  di  questa  mia  arrabbiatura  ho  anche  ricordato  il   comportamento di Andreani nel  corridoio della Questura  il  quale  quando  senti  quello che  volevo fare durante  la visita di  Cossiga scappo' via  come se fossi un pazzo.  Lo stesso Andreani ha tentato ,stasera, di intimidirmi quando io a     voce  alta per farmi sentire dalle persone che erano nelle vicinanze, alla fine del dibattito, ricordavo quanto avvenne in Questura.
Durante il  secondo  intervento  ho  denunciato  la  gravita'di  2   vicende  avvenute   in   Romagna   negli   ultimi   tempi   :   la  defenestrazione del dott.  De Leonardis, capo della squadra Mobile  di Forli'  e l'attrito tra  il prefetto Petrizzi  e ambienti della    Questura  di Ravenna alla vigilia dei funerali dell'agente di P.S.  Daniele Ippolito deceduto il 30-09-92  a  seguito  seguito  di  un  incidente stradale.
     L'episodio di  De Leonadis  l'ho ricordato  perche' a  distanza di  poco piu' di un anno e' gia' stato dimenticato e la carriera di un  funzionario valido e onesto e' stata stroncata da ambienti collusi  del Ministero  degli Interni e subita  dalla opinione pubblica nel  silenzio piu' assoluto.
     Nessuno  degli intervenuti al dibattito ha colto la gravita' della dimenticanza di un simile  evento e  lo stesso  Orlando non  ne ha  colto  la gravita'  forse perche'  non a  conoscenza del  fatto in maniera precisa.
     In Romagna la finta lotta  alla  mafia  e  la  vera  infiltrazione  mafiosa passa anche  con queste  dimenticanze e  io ho  cercato di fare  arrivare ad  Orlando e  alla gente  questo messaggio  ma non  credo di esservi purtroppo riuscito.
     Il  secondo  episodio  che  riguarda  l'attrito  tra  il  Prefetto  Petrizzi  e la Questura l'ho voluto ricordare per fare arrivare un   altro messaggio che e' una mia ferma convinzione:   interi pezzi dello Stato  sono  in  mano  a  persone  indegne  che colludono   direttamente  e  indirettamente  con  la  mafia  e  la  delinquenza.
     Questa collusione  si  manifesta  e  opera  non  solo  in  maniera  diretta; si puo' aiutare e colludere con mafia e delinquenza anche  in maniera velata e  occulta: la  risposta che  ho avuto  dal vice  Prefetto  al mio  esposto del  26-08-92 concernente  il parcheggio  interno al Palazzo  di Giustizia  e' la  dimostrazione di  come si puo' essere dalla parte della criminalita' e non combatterla.
     Tollerare anche piccoli  soprusi serve  a creare  insensibilita' e  sfiducia nella gente comune.  Diffusa questa insensibilita' in  maniera  capillare  anche  fatti  molto gravi  riescono  a  passare  senza  suscitare  ribellione  e  ripulsa nella gente onesta.
     E'   attraverso    l'accettazione    quotidiana    delle    piccole sopraffazioni   e  soprusi  dei  'furbi'  che  si  instaura  nella  maggioranza  la sfiducia nel migliorare e modificare il marcio che c'e' attorno.
     Al momento interrompo perche' sono le ore 1:30 del 02-02-93.  Le  cose principali che volevo dire le  ho scritte e le ho scritte  perche'  per quanto ho  espresso in pubblico  questa sera potrebbe  anche accadere qualcosa alla mia integrita' fisica.
     Sono cosciente di cio' che ho fatto e non mi pento perche' come ho  detto  a Musumeci alla presenza di  mio padre in questa situazione  di falsa democrazia sono disposto anche a morire perche' per me le troppe cose che avvengono anche vicino a noi senza che nella genta  insorga la ribellione e la rivolta sono inaccettabili.
     Non sono  disposto a barattere il mio  diritto di espressione e la mia liberta'  su   questioni   molto   gravi   che   passano   nel  dimenticatoio dopo pochi giorni  con  la  salvaguardia  della  mia  vita.
     Per me  non ha senso una vita vissuta  da codardo e da persona che non puo' denuciare fatti ed episodi che ritiene molto gravi per lo sviluppo della democrazia e della liberta'!

Questa sera ho detto,  non  pubblicamente  ma  a  voce  alta,  e  il  Musumeci lo ha sentito,  e  per questo  nutro un  po'  di  preoccupazione,  che una persona come Petrizzi con quel braccio di  ferro sostenuto con  certi ambienti  della Questura,  ha dimostrato  quale insensibilita' possa avere  una  persona  che  rappresenta  lo     Stato a livello locale.
     Una  persona  che  in  questa  circostanza  (la morte dell’ agente Polizzi) ha  dimostrato  questa insensibilita', come  potra’ comportarsi  in  altre  situazioni  ben  piu'  gravi  dove   sono  in  ballo   interessi  economici(quali  quelli  esercitati   dai  traffici  della  droga),  che  condizionano  la  liberta' dei cittadini?
     Penso che  una persona simile  possa essere disponibile a  farsi comprare e  mettere a disposizione della criminalita'  il potere derivante dalla carica che ricopre gli concede.
     So bene che e' grave una  simile  affermazione  ma  cosa  si  puo'  pensare  di una persona che ha bisogno di fare un braccio di ferro come ha fatto lui per rinunciare a manifestazioni esteriori quando  c'e' un morto in casa e  questo  morto  e'  un  poliziotto  perito  durante  lo svolgimento del suo dovere a tutela della liberta' dei      cittadini, perito come  tutti gli agenti di  scorta morti in questi  anni nel Meridione e non solo?

         L'ultima considerazione  che voglio fare e'  che ho scritto queste  cose (che mi riservo di approfondire e argomentare meglio) perche'  il  comportamento di  Musumeci e  di Andreani  mi induce  a potere  nutrire paure per il mio futuro.
     Il Musumeci quando  ha cercato di  dire che non  avevo detto quale  sarebbe  stato il contenuto  del cartello ha  dimostrato di volere  deliberatamente mentire.
     Quando una  persona vuole come lui cambiare  le carte in tavola e'  una persona innanzitutto disonesta e, nel tentativo di alterare la  verita' vuole  annullare le vere e valide ragioni che motivavano la  mia giusta e rabbiosa protesta.
     Non potendo  sostenere  stasera  che  era  ingiusto  impedirmi  di  esibire il cartello con  la  scritta  ORLANDO  OK  (che  e'  stato  antidemocratico  soprattutto perche' Cossiga avrebbe fatto il culo ai  responsabili della Questura)  ha cercato di  affermare che non  avevo precisato con esattezza il tipo di messaggio, per cui non mi  e' stato  impedito di esprimermi ma sono  stato io a non chiederlo  in maniera chiara.
     Questo signor Musumeci  con il  suo modo  di fare  paternalista e'   forse  piu' pericoloso e insidioso di  un Andreani piu' irruente e  istintivo.
     Andreani  in Questura non mi cago' neppure, questa sera ha tentato  di  intimidirmni  con la  sua stazza  e mi  e' andata  bene perche'  c'erano testimoni  e non ha potuto fare  valere la prepotenza e la  arroganza tipica della categoria di persone come lui.
     Poiche'  temo per il futuro, per  non lasciare passare in silenzio  cio' che mi potrebbe eventualmente succedere,considerati anche gli  'ottimi' rapporti che  ho  col  Maresciallo  Berardi,  ho  scritto   queste poche righe.
     Se  non mi succedera' nulla sono il primo ad essere felice perche'  penso che  se Craxi,  Andreotti,Gava,Pomicino,Martelli ect.   ect. verranno trombati i prossimi anni saranno anni molto belli.
     Dal  1969 con la strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia,  bomba  dell'Italicus e  della Stazione  di Bologna  e con  tutte le  stragi  di mafia e via discorrendo abbiamo subito in continuazione  violenze e soprusi.
     Alcune verita'  cominciano oggi a  venire alla luce  e una persona  come  me che ha sofferto  molto per tutto cio',  ha tanta rabbia e  risentimento e vuole  vedere  i  responsabili  essere  chiamati  a  rispondere e pagare del male fatto. 



 La  situazione che stiamo attraversando puo' portarci a due finali  diversi  e opposti  : se  vincera' l'arroganza  e la  protervia di  Craxi avremo una involuzione autoritaria  e  si  arrivera'  a  una  guerra civile;
     se   figure  come  Craxi,Andreotti  ect.     verranno  chiamati  a  rispondere dei crimini  compiuti, avremo  tutti una  vita migliore   sul piano della qualita' se non sul piano ecomonico.
     Poiche'  sono  fiducioso  che  prevarra'  la  seconda  ipotesi  mi  scoccerebbe se ora  mi  dovesse  succedere  qualcosa;  non  potrei  assaporare e vivere  i bei momenti  che sto aspettando  da piu' di  vent'anni e per i  quali  ho  dedicato  molte  energie  e  impegno  sacrificando, in parte la mia vita privata.
     Se dovesse succedermi  qualcosa  quanto  ho  scritto  venga  fatto  pervenire a :
Orlando                                    tramite gli attivisti della Rete
Dott. Romualdo De Leonardis   ex capo squadra Mobile di Forli' ancora  in servizio alla Questura di Forli'.
Ispettore Di Molfetta             Squadra Antidroga della Questura di Ravenna responsabile provinciale del Siulp.
Agente Barbaro               della Polizia giudiziaria della Questura  di Ravenna